DAVID GILMOUR

ANFITEATRO DI POMPEI
GIOVEDì
07/07/2016
POMPEI

Anfiteatro
VENERDì
08/07/2016
POMPEI

Anfiteatro

NOTE

La Storia nella Storia nella Storia; come in un frattale, come nel riflesso infinito di due specchi contrapposti, ecco la spirale magica di tre elementi che ritornano su loro stessi elevando a potenza la propria leggenda. Pompei, Pink Floyd, David Gilmour. Prima è il terrificante spettacolo dell’eruzione a consegnare una città alla Storia, poi sono i Pink Floyd nel 1971 a scrivere la storia della musica e infine è David Gilmour a segnare la storia di un ritorno. A distanza di oltre quarant’anni da “Live at Pompeii”, Gilmour torna nell’Anfiteatro della città fermata in eterno in un istante, ma a differenza del 1971, anno del rockumentary diretto da Adrian Maben, ai due nuovi appuntamenti del 7 e 8 luglio 2016 era presente il pubblico, seppur ridotto dalla capienza massima di 2500 spettatori a concerto. A quei pochi fortunati, giunti da tutto il mondo, è garantito esser testimoni di echi che risuonano di antico, di magico, di ontologicamente unico mentre quella musica scritta da divinità terrene si mescola alla stupefacente coreografica luminosa dei fari collocati nell’anello superiore dell’Anfiteatro e rimbalza su quello schermo verticale perfettamente circolare che è un occhio o forse una porta sull’infinito. Tra i fantasmi del vulcano, in queste due notti si aggirano sicuramente anche le anime di Rick Wright, scomparso nel 2008, e Syd Barrett, tornato sul proprio pianeta esattamente dieci anni prima delle due notti pompeiane. La chitarra di David e la sua voce fanno il loro mestiere, il mestiere di raccontare leggende sonore come “Wish You Were Here”, “Shine on You Crazy Diamond”, “The Great Gig in the Sky”, “Money”, “High Hopes” e anche “One of These Days”, a fare da collante e da ponte temporale tra il 1971 e il 2016. “Comfortably Numb” chiude infine la notte epica di Pompei a cui perfino la Luna ha rivolto la propria faccia scura.

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